Artisti riscoperti: è vero che l’arte è prerogativa delle grandi città? Certo che no. Virgilio Milani, ad esempio, è uno straordinario scultore che non ha mai lasciato Rovigo. Venite a conoscerlo.
In questo articolo vi parlerò di scultura, fotografia, piedi, allestimenti e… cocci!
Ma tutto è partito da una domanda: vi siete mai chiesti chi realizzi i monumenti nelle vostre città?
Andiamo a Palazzo Roncale a Rovigo a vedere la mostra “Virgilio Milani e l’arte del ‘900 in Polesine”.
Se siete amanti dell’arte vi sarà capitato di sentirvi sopraffatti dalla banalità della vita e maledire il destino che non vi ha fatto nascere a Parigi o a New York.
Ma quello che ho imparato è che l’arte è… dappertutto.
Guarda il video per esplorare la mostra completa!
Leggi l’articolo che Palazzo Roncale ha dedicato a Salsa d’Arte!
Virgilio Milani
Uscendo dalla stazione ferroviaria di Rovigo, si incontra immediatamente una fontana, chiamata la Fontana della Riconoscenza, ideata da Milani per ringraziare tutti coloro che hanno dato aiuto al Polesine dopo la disastrosa alluvione del 1951.
Il Polesine
Un artista va sempre compreso nel suo contesto di terra, epoca, cultura e stile.
“Ricordiamoci che il Polesine è stato un crocevia di artisti, che venivano qui per trovare il “buen retiro”, anche attratti dalla presenza del grande critico d’arte Marchiori” ci spiega Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo, che da anni organizza mostre ed eventi culturali per valorizzare il patrimonio di questa terra.
Opere personali dello scultore
Nella mostra, nonostante Milani sia anche uno scultore che si è occupato di edifici e monumenti, possiamo vedere delle opere che non solo erano state pensate per la committenza privata, ma addirittura alcune davvero personali, che l’autore ha creato per il proprio piacere.
Curiosamente, alcune di queste sono state acquistate da un altro artista: Vittorio Milani, e oggi appartengono ai suoi figli, Daniele e Marco.
La Venere del fiume
Incontriamo una bellissima Venere, che invece che emergere dal mare come da iconografia tradizionale, si trova di fronte ad un video in cui dei barcaioli navigano un fiume.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Marco Milan, giornalista e collezionista d’arte, che assieme al fratello possiede, tra le altre, quest’opera e che è tra i prestatori per questa mostra, e che commenta: “Questa è una delle opere più belle di Milani, anche perchè è molto classica”.
Una particolarità è che l’opera era stata richiesta per il cortometraggio “Scano Boa” (che prende il nome da una spiaggia di Porto Tolle) girato nel 1961 e sarebbe dovuta apparire dalle acque; diciamo “sarebbe” poichè alla fine non è chiaro se sia stata effettivamente utilizzata e ripresa, comunque non appare nella versione finale.
La Contadina Polesana
Il Polesine però non è solo una terra di Veneri.
Incontriamo ora un’altra protagonista di questa terra: la Contadina Polesana.
“Essa vive in una terra di contrasti, stretta tra l’Adige ed il Po’’” racconta la curatrice di questa mostra, Alessia Vedova, che prosegue:”Virgilio Milani, pur guardando oltreoceano, è profondamente legato al suo territorio e alla femminilità del territorio.
Ci mostra una figura robusta, tornita, con il fazzoletto che la protegge dal sole. Ci consente di immaginarla ancora seduta nell’aia, pronta a pronunciare parole in stretto dialetto”.
La scultura rinata dai suoi cocci (grazie a due ragazzini)
Marco Milan, il collezionista e proprietario di alcune delle opere in mostra che ho citato prima, ci ha raccontato una storia bellissima… e vera.
MM “Ci fu un giorno d’estate in cui mio padre, l’artista Vittorio Milan, disse a me e mio fratello: “Ma voi due dovete fare qualcosa di particolare quest’estate?”
Quindi ci ha portato a raccogliere dei cocci causati da un atto vandalico attuato nell’atelier del suo caro amico Virgilio Milani, distruggendo una scultura di terra cruda; abbiamo passato settimane a numerare questi pezzi, alcuni piccolissimi, per ricostruire come un puzzle l’opera perduta.
Con un’impalcatura interna e fissando i pezziuno ad uno, io, mio fratello e mio padre abbiamo ricreato l’opera. Il fotografo Paolo Gioli documentò tutta l’operazione!
Fu deciso di farne una fusione in bronzo. Il modello in cera tratto dalla statua ricostruita poteva essere facilmente corretto, ma Milani, parlando con mio padre Vittorio, decise con intelligenza di non farlo e di mantenere le imperfezioni e invece scrisse sull’opera, per mantenere il ricordo: – Quando è stata fatta – 1933 – Quando tu l’hai ricostruita – 1973 -.
È una delle storie più belle che conservo.”
VF: Molto commovente. E penso debba essere stata una emozione particolare essere testimone diretto di questa rinascita! E’ un’opera che nasce antica, con delle cicatrici.
MM: Vorrei anche ricordare sempre che, oltre l’omaggio che lo scultore Virgilio Milani fa ad un altro artista, mio padre Vittorio Milan, interseca con un altro omaggio che il fotografo Paolo Gioli fa a che avevo 9 anni. Prese una delle fotografie e mi fece comparire dalla schiena della scultura che avevo contribuito a ricostruire.
È uno scultore che la prima volta che lo vedi una emozione te la da sempre.
L’uomo dietro lo scultore
Marika Favaretto, project manager di Arcadia Arte, ci aiuta a comprendere la psicologia di Virgilio Milani.
“Era un uomo molto schivo e riservato, evitava i grandi eventi sociali, si trovava bene solo nel suo laboratorio e non ha quasi mai lasciato Rovigo, anche per rimanere accanto alla moglie, di cui era innamoratissimo. Probabilmente se fosse uscito avrebbe guadagnato molta fama.”
“VF: E’ vero che nel testamento ha lasciato scritto di non volere una mostra dedicata a lui?“
MF: “E’ vero, e abbiamo cercato di rispettare in qualche modo questa sua volontà”
VF: “infatti non è una mostra solo su Milani, ma su “Virgilio Milani e l’arte del ‘900 in Polesine”
MM: “Pensa che ha partecipato ad un concorso senza nemmeno usare il suo nome, ma uno pseudonimo. Il concorso lo ha persino vinto e avrebbe potuto portare la sua arte alle Olimpiadi di Helsinky. Tuttavia non sono state fatte a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. E se le avessero fatte, sarebbe andato o non sarebbe andato? Non lo sapremo mai!”
L’allestimento
Come si aiuta il visitatore a comprendere l’artista?
E’ molto difficile comunicare al publico un artista che non ha un nome famoso. Per questo è importante un buon allestimento.
Nicola Pavan, architetto che ha curato per Arcadia Arte l’allestimento della mostra, ci spiega: “Cerchiamo di raccontare storie, di creare narrazioni. In questo caso abbiamo cercato di “esplodere” l’opera nei suoi dettagli (grazie agli ingrandimenti fotografici della Contadina Polesana) perchè ad una prima occhiata possono sfuggire parecchi dettagli.
VF: L’allestimento guida l’occhio a scoprire, ad esempio, il dettaglio dei piedi. Questi piedi sono particolari, carnosi, non sono “piedi generici”. Appartengono proprio a questa persona. Così come queste braccia conserte raccontano il modo specifico della contadina di incrociare le braccia. Io me ne accorgo, e me ne accorgo a maggior ragione se tu mi aiuti ad accorgermene”.
NP: Inoltre abbiamo cercato di valorizzare le imperfezioni delle opere, che non sono difetti, ma le rendono più preziose.
Fabio Zonta, autore delle fotografie della Contadina Polesana, ci racconta come ha scelto quali dettagli catturare: “Mi sono fatto guidare dall’artista, cercando di assecondarlo. Ho scelto una luce specifica per ogni scultura. Tutto il mio lavoro è un lavoro di luce”.
Materia e sperimentazione
Le scelte di allestimento si innestano anche sui vari materiali usati dall’autore, valorizzandone la resa e il cromatismo grazie agli accostamenti (gesso-bronzo, bronzo-terracotta-marmo…).
In una sequenza di bronzetti, viene mostrata la resa tattile diversa che può avere una diversa finitura della lavorazione del bronzo, “che fa emergere il verde etrusco” spiega Marika Favaretto e conclude:
“Qui vediamo opere di materiali e stili anche molto diversi tra di loro, perchè Virgilio Milani, nonostante la personalità schiva e il fatto che non abbia mai lasciato Rovigo, è uno che ha osato molto, è stato uno sperimentatore.”
Conclusione
Come abbiamo visto, i grandi artisti non sono prerogativa solo delle grandi città; al contrario, alcuni sono intimamente legati al loro territorio. Meritano di essere scoperti.
Non perdetevi questa mostra che è aperta fino al 24 giugno 2023 e…che è GRATUITA.
Per concludere, vi lascio con il consiglio di Marco Milan: “Approfittate di questa mostra, che ha l’intelligenza di essere gratuita. Le quattro chiacchiere con un amico, fatele qui dentro!”