L’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie ha scritto un romanzo che anticipa il Piccolo Principe e… prevede le storie di Instagram!

Alice nel paese delle meraviglie e Alice nello specchio: sono questi i due romanzi più famosi di Lewis Carrol, che fu scrittore ma anche poeta e autore di indovinelli in rima e non-sense.

Prima di tutto sgombriamo il campo da equivoci: i due romanzi di Alice non solo solo delle fiabe per bambini. Sono infatti dei capolavori della letteratura inglese molto difficili da tradurre, zeppi di giochi di parole intraducibili, non-sense, umorismo e riferimenti alla cultura Vittoriana della quale erano testimoni (per questo l’ideale è leggerli in inglese e con un’edizione commentata).

Una mia libera interpretazione di Sylvie (che aveva in realtà i riccioli)

Ma mentre Alice ha ispirato numerosissime re-interpretazioni cinematografiche, letterarie e artistiche, l’altro grande lavoro di Lewis Carrol, Sylvie and Bruno, è rimasto quasi sconosciuto. E non c’è da sorprendersi: è un romanzo piuttosto difficile di cui personalmente consiglio la lettura solo ai nerd letterari o ai fan sfegatati di Lewis Carrol; io l’ho letto e ho deciso che alcune cose le DOVEVO condividere! Infatti ho trovato al suo interno delle vere gemme.

Per cui vi basta leggere questo articolo, senza affrontare i due romanzi che compongono l’opera (sì perchè tecnicamente sono due: Bruno and Sylvie e Bruno and Sylvie concluded, anche se di fatto è la stessa storia che continua).

Sylvie and Bruno: prima gemma

Lewis Carrol ha…previsto le storie di Instagram???

Sembra assurdo, ma non riesco ad arrivare ad un’altra conclusione. Non dico che abbia letteralmente previsto l’avvento di internet/ dei social/ di Instagram in particolare, ma accidenti, ha intuito ed afferrato un concetto che alla sua epoca era solo agli albori: il consumismo della cultura e dell’informazione, la velocità con cui si consumano le storie, l’accorciarsi sempre di più dei tempi della concentrazione.

E… mette in relazione questa brevità con l’evolversi dell’energia nei trasporti.

Non ci credete? Riporto passo passo il testo e la traduzione:

“Shakespeare must have traveled by rail, if only in a dream: ‘perturbed Spirit’ is such a happy phrase. “Perturbed referring, no doubt” she rejoined, “the sensational booklets, peculiar to the Rail. If Steam has done nothing else, it has at least added a whole new Species of English Literature!”

“No doubt of it,” I echoed. (…)

“The booklets- the little thrilling romances, where the Murder comes at page fifteen, and the Wedding at page forty- surely they are due to Steam?”

“‘And when we travel by Electricity– if I may venture to develop your theory- we shall have leaflets instead of booklets, and the Murder and the Wedding will come on the same page.”

“A development worthy of Darwin!” the lady exclaimed.

“Shakespeare deve aver viaggiato in treno, se non altro in sogno: ‘Spirito perturbato’ è una frase così azzeccata. “Perturbato riferendosi, senza dubbio” incalzò “ai sensazionali opuscoli, così peculiari delle Ferrovie. Se non altro, il Vapore ha aggiunto una Specie di Letteratura Inglese completamente nuova!”

“Non c’è dubbio”, le feci eco. (…)

“I libricini – i piccoli romanzi da brivido, dove l’omicidio arriva a pagina quindici e il matrimonio a pagina quaranta – non sono indubbiamente dovuti al Vapore?”

“‘E quindi quando viaggeremo con l’elettricità, se posso permettermi di sviluppare la vostra teoria, avremo volantini invece di libricini, e l’omicidio e il matrimonio arriveranno sulla stessa pagina.

“Uno sviluppo degno di Darwin!” esclamò la donna.

…e, vorrei far notare, che oggi viaggiamo con l’elettricità.

Ecco alcune illustrazioni artistiche di Bruno and Sylvie, realizzate da Harry Furniss.

Sylvie and Bruno: seconda gemma

Il segreto per diventare ottimi critici d’arte (secondo Lewis Carrol)

Nel romanzo Sylvie and Bruno, Lewis Carrol ci spiega, con la sua inconfondibile ironia, come si fa una buona critica d’arte. Spoiler: il segreto sta… nel criticare sempre. Potevamo non segnararvi questa gemma su Salsa d’Arte?

Did you ever know a conceited man dare to
praise a picture? The one thing he dreads (next to being noticed) is to be proved fallible!
If you once praise a picture, your character for infallibility hangs by a thread.
Suppose it’s a figure-picture, and you venture to say “draws well”. Somebody measures it, and finds one of the proportions an eighth of an inch wrong. You are disposed of as a critic!
“Did you say he draws well?” your friends enquire sarcastically, while you hang your head and blush.
No. The only safe course, if any one says ‘draws well’, is to shrug your shoulders.
“Draws well?’ you repeat thoughtfully. “Draws well? Humph!”

That’s the way to become a great critic!

Hai mai conosciuto un uomo presuntuoso che abbia osato lodare un’opera? La cosa che più teme (oltre a non essere notato) è di essere scoperto in fallo!
Se una sola volta tu lodi un quadro, la tua nomea d’infallibilità è appesa a un filo.
Supponiamo che sia un disegno di figura umana, e ti permetti di dire “disegna bene”. Poi qualcuno lo misura e trova una delle proporzioni sbagliata di un ottavo di pollice. Sei finito come critico!
“Hai detto che disegna bene?” Chiederanno i tuoi amici con sarcasmo, mentre tu abbassi la testa e arrossisci.
No. L’unica via sicura, se qualcuno dice “disegna
bene”, è alzare le spalle, ripetere: “Disegna bene?” in modo pensieroso. “Disegna bene? Mmh!”

Questo è il modo per diventare un grande critico!

Sylvie and Bruno: terza gemma

Lewis Carrol ha ispirato il Piccolo Principe (e il paintball)?

Questa è una teoria azzardata da Salsadarte, ma leggendo il brano qui sotto, sono sicura che anche i fan di Antoine de Saint-Exupéry saranno molto sorpresi dalle somiglianze: pianeti così minuscoli che ci stanno due persone, talvolta governati da bizzarre leggi e strani re…. che trovano incredibili modi di farsi ubbidire. Vi ricorda niente?
E non mancherete di notare che Lewis Carroll ha persino teorizzato… il paintball!!

“What is the smallest world you would care to inhabit?”
“I know!” cried Bruno, who was listening intently.
“I’d like a little teeny-tiny world, just big enough for Sylvie and me!”
“‘Then you would have to stand on opposite side of it. ” said Mein Herr. “‘And so you would never see your sister at all!”
“And I’d have no lessons,” said Bruno.
(…)
“A scientific friend of mine, who has made several balloon-voyages, assures me he has visited a planet so small that he could walk right round it in twenty minutes! There had been a great battle, just before his visit, which had ended rather oddly: the vanquished army ran away at full speed, and in a very few minutes found themselves face-to-face with the victorious army, who were marching home again, and who were so frightened at finding themselves between two armies, that they surrendered at once! Of course that lost them the battle, though, as a matter of fact, they had killed all the soldiers on the other side.”
“Killed soldiers ca’n’t run away,” Bruno thoughtfully remarked.
“‘Killed’ is a technical word,” replied Mein Herr. “In
the little planet I speak of, the bullets were made of soft black stuff, which marked everything it touched. So, after a battle, all you had to do was to count how many soldiers on each side were ‘killed’- that means ‘marked on the back’, for marks in front didn’t count.”
“They were strange people in that little planet!” I said.
“They were indeed! Perhaps their method of government was the strangest of all. In this planet, I am told, a Nation consists of a number of Subjects, and one King: but, in the little planet I speak of, it consisted of a number of Kings, and one Subject!”
“You say you are ‘told’ what happens in this planet,” I said. “May I venture to guess that you yourself are a visitor from some other planet?”
Bruno clapped his hands in his excitement.
“‘Is oo the Man-in-the-Moon?” he cried. Mein Herr looked uneasy.
“I am not in the Moon, my child,” he said evasively. “To return to what I was saying. I think that method of government ought to answer well.
You see, the Kings would be sure to make Laws contradicting each other: so the Subject could never be punished, because, whatever he did he’d be obeying some Law.
“And, whatever he did, he’d be disobeying some Law!” cried Bruno. “So he’d always be punished!”
Lady Muriel was passing at the moment, and caught the last word. “Nobody’s going to be punished here!'” she said, taking Bruno in her arms.

“Qual è il mondo più piccolo in cui vi piacerebbe abitare?”
“Io lo so!” esclamò Bruno, che ascoltava attentamente.
“Mi piacerebbe un piccolo mondo minuscolo, grande appena per me e Sylvie!”
“‘Allora dovreste stare sui lati opposti” disse Mein Herr. “‘E così non vedresti più tua sorella!”
“E non avrei più da fare i compiti!”, disse Bruno.
(…)
“Un mio amico scienziato, che ha fatto diversi viaggi in mongolfiera, mi assicura di aver visitato un pianeta così piccolo che si potrebbe girare intorno in venti minuti! C’era stata una grande battaglia, poco prima della sua visita, la quale era finita in modo piuttosto strano: l’esercito sconfitto era scappato a tutta velocità, e in pochissimi minuti si era trovato faccia a faccia con l’esercito vittorioso, i cui soldati stavano marciando di nuovo verso casa, ed si erano così spaventati di trovarsi in mezzo a due eserciti, che si arresero subito! Naturalmente in questo modo persero la battaglia, sebbene, di fatto, avessero ucciso tutti i soldati dall’altro lato.”
«I soldati uccisi non possono scappare» Bruno osservò pensieroso.
“‘Ucciso’ è una parola tecnica”, rispose Mein Herr. “Nel piccolo pianeta di cui parlo, i proiettili erano fatti di roba nera morbida, che macchiava tutto ciò che toccava. Così, dopo una battaglia, tutto quello che bisognava fare era contare quanti soldati per ogni parte erano stati ‘uccisi’ – che significava ‘marcati dietro’, perché i segni davanti non contavano”.
(…)
“Certo che erano strane le persone in quel piccolo pianeta!” Dissi.
“Lo erano per davvero! Forse il loro metodo di governo era il più strano di tutti. In questo pianeta qui, mi è stato riferito, una Nazione è composta da un certo numero di Sudditi ed un Re: invece, il piccolo pianeta di cui parlo, consisteva in un certo numero di Re e un Suddito!”
“Voi dite che vi “è stato riferito” cosa succede su questo pianeta”, dissi. “Posso azzardare indovinare che voi stesso siete stato un visitatore di qualche altro pianeta?”
Bruno batté le mani per l’eccitazione.
“‘Te è l’Uomo-sulla-Luna?” gridò. Mein Herr sembrava a disagio.
Non sono sulla Luna, bambino mio,” disse evasivamente. “Per tornare a quanto dicevo. Penso che quel metodo di governo funzionerebbe bene. Vedete, i Re farebbero di sicuro leggi in contraddizione tra loro: così il suddito non potrà mai essere punito, perché, qualunque cosa facesse, obbedirebbe a una qualche legge.
“E, qualunque cosa facesse, disobbedirebbe a qualche legge!”
esclamò Bruno. “Quindi sarebbe sempre punito!”
Lady Muriel stava passando in quel momento e colse l’ultima parola. “Nessuno verrà punito qui!'” disse, prendendo Bruno tra le braccia.

Il riferimento all’uomo sulla luna va contestualizzato nell’epoca vittoriana, quando lo sbarco sulla luna era ben al di là da venire. Tuttavia era un mito fantascientifico piuttosto popolare, affrontato da Jules Verne e rappresentato in alcune suggestive illustrazioni, come quella qui sotto.

In conclusione, talvolta nei libri meno conosciuti si trovano delle vere gemme, semplici curiosità o vere intuizioni. Lewis Carrol è un autore molto che ha anticipato realtà sorprendenti, dalla brevità dell’attenzione in un mondo sempre più veloce all’ambientazione di un grande classico come Il Piccolo Principe.