Cosa vi viene in mente quando vi dico Renoir?

Ovviamente la parola impressionismo!

Ma forse non sapete che il pittore francese ha riscoperto il classicismo: è questo il fulcro della mostra “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo” a Palazzo Roverella, a Rovigo.

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Renoir. L’alba di un nuovo classicismo

Cosa vi viene in mente quando vi dico Renoir?

A me vengono in mente donne con occhi luminosi, pennellate vaporose, gente che balla e… l’eccentrico vicino di casa di Amélie che ogni anno realizzava una copia di un quadro di Renoir!

Quello che forse non sapete è che lo stile di questo famoso pittore evolve nel tempo.
In particolare si appassionerà al classicismo ed è proprio questo il tema della mostra che ho visitato appunto a Palazzo Roverella a Rovigo.

Le mostre di Palazzo Roverella: una svolta per Rovigo

Con un nome importante come Renoir, Palazzo Roverella si conferma una sede espositiva primaria. Da molti ani qui si organizzano strepitose mostre d’arte, grazie alla fondazione Cariparo. La città di Rovigo, precedentemente considerata un po’ ai margini della vita culturale, ha trovato una nuova identità, ed ha cambiato il suo volto. È il potere dell’arte!

L’impressionismo: una corrente rivoluzionaria

L’Impressionismo è una corrente che ha rivoluzionato la storia dell’arte. Si è posto in contrapposizione con quello che era lo stile mainstream dell’epoca, cioè quello dell’Accademia parigina. Al contrario dell’Accademia, l’impressionismo non maschera le sue pennellate sotto velature di colore, anzi le rende visibili: sono i famosi piccoli tocchi di colore.

La pennellata a “piccoli tocchi”

Questa scelta non è casuale: l’Impressionismo è attratto dagli studi scientifici sull’ottica sulla luce e sulla percezione visiva. È attratto dall’impressione che la visione ha sulla nostra retina.

Un’altra innovazione è quella che riguarda i soggetti raffigurati. Non più soltanto grandi opere storiche o mitologiche: gli impressionisti amano raccontare la vita quotidiana (ma non i poveri e gli emarginati, non si tratta di una pittura di denuncia sociale); raccontano la vita della gente borghese, con abiti alla moda, che va a ballare, che indossa cappellini…

Quello che a volte sfugge è quanto poco sia durato il fenomeno dell’impressionismo.
Dodici anni e otto mostre…e Renoir parteciperà solo alle prime tre.

Conosci la pittrice impressionista Berthe Morisot? Puoi incontrarla qui: Donne nell’arte: Le disobbedienti

Renoir e il viaggio in Italia

Renoir quindi si sposterà presto dell’impressionismo. Ma che cos’è cambiato? Tra i fattori che influenzeranno il suo mutamento di stile sarà un viaggio in Italia.

In Italia conoscerà i grandi pittori dal Rinascimento in poi. E il suo stile, appunto, evolverà verso un maggiore classicismo.

In cosa lo riconosciamo nelle sue opere? Lo vediamo in particolare nella plasticità delle sue figure. I suoi nudi non saranno più graziosi, ma diventeranno monumentali, proprio come nelle opere di Raffaello!

Renoir – Bagnante che si aggiusta i capelli (1890)

Le interviste di Salsa d’Arte

Paolo Bolpagni, curatore della mostra “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”

Ho incontrato lo storico dell’arte Paolo Bolpagni, curatore della mostra.

VF: Quali sono gli artisti italiani che più hanno ispirato Renoir?

PB: Per Renoir, in effetti, già molto giovane, vide opere di artisti italiani al Louvre, dove entrò come copista, da giovanissimo, veramente, nel 1860. Fu colpito da Tiziano, da Paolo Veronese. Poi, durante il viaggio che compì in Italia nel 1881-82, vide a Venezia Carpaccio e Tiepolo, che non conosceva. Ma anche Tintoretto.

Poi si spostò a Firenze e a Roma, dove la vera folgorazione furono gli affreschi di Raffaello, in particolare quelli alla Villa Farnesina a Trastevere.

A Napoli, al Museo archeologico scoprì le Pitture pompeiane. Quindi Arte di 2000 anni fa, che lo colpì particolarmente e dalla quale trasse appunto degli insegnamenti che poi si rivelarono molto fruttuosi nel prosieguo della sua carriera.

PIERRE-AUGUSTE RENOIR 1892 LA SEINE À ARGENTEUIL LA SENNA AD ARGENTEUIL

VF: E come si manifesta questa attrazione verso l’arte italiana nelle sue opere?

PB: Anzitutto, ciò che colpì Renoir fu la capacità di questi artisti di catturare la luce. E lui scrive che, benché non lavorassero all’aria aperta come invece facevano gli impressionisti, questi artisti riuscivano a mettere la luce nel colore, la luce nella pittura.

Ed è appunto quello che Renoir cerca che riesce a fare in questa sua fase centrale e poi conclusiva della sua carriera.

Ma poi c’è ovviamente anche la capacità di inserire una forte volumetria la plasticità delle figure, di conciliare anche con la felicità del colore.


VF: Tutte queste caratteristiche le vediamo molto ben esemplificate in questa opera, che è l’immagine guida della mostra.

PB: Possiamo proprio dire che effettivamente sia una delle opere che segna questo nuovo corso di Renoir. Anche perché la modella è Aline, la sua preferita modella e poi futura moglie…

VF: Qualche pettegolezzo!

BP: Esatto… Ma viene trasfigurata come una Venere e quindi abbiamo questo processo quasi di mitopoiesi.
La persona reale è lei, ma diventa anche una dea, la dea della bellezza.

In un dipinto come questo, appunto, sono fusi gli insegnamenti della grande arte antica e italiana degli anni del Rinascimento, con la luce del Mediterraneo, perché quello che si vede sullo sfondo è il mare del Golfo di Napoli, con questa luce che tanto colpì Renoir. Con naturalmente la pennellata tipica che Renoir non ha certo rinnegato.

VF: Meravigliosa, davvero affascinante. Ma ora vorrei conoscere la storia di Gabrielle.

BP: Gabrielle è stata la bambinaia di casa Renoir da quando aveva 14 anni.

Nel 1894 fu chiamata per badare al piccolo Jean, il secondogenito che era da poco nato (che peraltro diventerà un grandissimo regista cinematografico!) Ma doveva rimanere alcuni mesi, invece rimase vent’anni a casa Renoir. Lei era una cugina della moglie di Pierre-Auguste.

Essa sviluppò un legame fortissimo con il bambino che le era stato affidato, ma anche con tutta la famiglia.

E divenne anche una delle modelle preferite di Renoir, che l’ha ritratta in tanti disegni dipinti, tra cui quello appunto davanti al quale stiamo, dove la si vede amorevolmente con il piccolo Jean che si tocca il labbrino.

VF: Un gesto veramente intimo e personale.

BP: Molto affettuoso!

Renoir, l’alba di un nuovo classicismo. Il ritorno all’ordine

Questo fenomeno è conosciuto con il termine di ritorno all’ordine e Renoir è deciso mente. Tra i precursori di questa tendenza.

L’Impressionismo, con la sua insofferenza alle regole, evolverà in altre correnti artistiche che metteranno in discussione tutto ciò che l’arte era stata fino a quel momento. Si parla di post-impressionismo e poi di avanguardie. Sono movimenti artistici, chiassosi, vivaci, ma ad un certo punto ci sarà una controtendenza. In particolare, dopo la prima guerra mondiale i pittori torneranno ad appassionarsi alla pittura figurativa all’impostazione classica.

Conclusione: sono gli artisti a guidare l’estetica dei tempi

(Perciò il loro stile evolve)

Oggi abbiamo scoperto come l’arte evolva nel tempo.

Talvolta abbiamo un’immagine statica degli artisti, li identifichiamo con le loro opere più famose, come se fossero dei “brand”. Ma non è esattamente così. Anzi, gli artisti sono i primi a farsi influenzare da ciò che vedono e a cogliere, ad assorbire la visione e a trasformarla in arte.

Sono loro che guidano l’estetica dei tempi nuovi.

Questa mostra è stata aperta fino al 25 giugno 2023.

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