I capolavori dei grandi artisti dal Rinascimento in poi pullulano di bambini paffuti alati. Indovinate un po’? Non sono angeli!
Questo articolo fa parte della trilogia dedicata a Cupido.
Non perderti gli altri due!
Amore nell’arte: chi è Cupido?
Da Raffaello a Canova: Amore e Psiche e la scultura più bella di sempre
Come avete visto nella puntata Amore nell’arte: chi è Cupido?, il grande dio dell’amore ha finito per rimpicciolirsi e moltiplicarsi.
Questa però non è una novità dell’arte europea, ma esisteva già nell’arte antica, greca e romana, quando gli eroti erano si connessi con la mitologia di Venere (come ho spiegato in Evoluzione di Amore) ma erano anche considerati dei geni, ovvero degli spiritelli invisibili.
L’arte li raffigurava in particolare come bambini alati, impegnati in varie attività e lavori come ad esempio la vendemmia.
E’ proprio da lì che l’arte cristiana ha copiato i suoi angeli, ecco perché sono praticamente identici.
All’inizio il culto cristiano si è diffuso all’interno della religione pagana e le maestranze artistiche erano praticamente le stesse.
Si è continuato a fare le stesse opere seguendo gli stessi stilemi, le stesse iconografie, ma con la religione cristiana assumono significati diversi.
Gli stessi sarcofagi che prima rappresentavano gli amorini hanno poi iniziato a rappresentare gli angeli.
Sarcofago Romano
Il medioevo e gli uomini alati
Successivamente, durante il medioevo si è un po’ persa l’iconografia del bambino alato che tende a scomparire dall’arte a favore degli angeli adulti, tornerà assieme agli amorini proprio durante la riscoperta dell’arte classica con l’Umanesimo ed il Rinascimento in Italia.
Donatello, 1433
Da quel momento se abbinati all’arte sacra saranno angeli, se invece compariranno nei soggetti profani o d’ispirazione mitologica, saranno amorini, ma avranno caratteristiche molto simili.
E’ interessante come siano in particolare le figure femminili ad esserne circondate: gli amorini con Venere, gli angeli con la Vergine, come nella Madonna di Foligno in cui gli angeli si confondono con le nuvole.
Gli amorini, sia nell’arte antica che in quella europea, diventano talvolta un elemento puramente decorativo, infatti spesso vengono rappresentati anche dove non hanno un ruolo specifico all’interno di un’opera: sorreggono festoni, fanno la vendemmia, giocano.
Potrebbe esserci una motivazione psicologica; in passato c’erano molti più bambini, era normale perché si facevano tanti figli, ma pochi arrivavano all’età adulta; era una società demograficamente diversa dalla nostra.
Si era quindi abituati a vedere tanti bambini assieme.
Forse vederli così in abbondanza e paffuti trasmetteva un senso di salute e di benessere (un aspetto che noi probabilmente al giorno d’oggi abbiamo un po’ perso poiché le condizioni sono decisamente migliorate).
Eccoli che si ammassano tutti insieme come nell’opera di Tiziano “Il culto di Venere” del 1518-19.
E’ un’opera incredibile, piena di dettagli.
Gli amorini si sono radunati per celebrare il culto di Venere, non rappresentata di persona, ma come una scultura, in un bizzarro gioco di significati.
Nel mondo degli amorini quindi c’è una religione e come attività principale si venera Venere stessa: infatti le stanno in generale offrendo della frutta, delle pesche che raccolgono dagli alberi.
Alcuni le raccolgono volando, altri giocano, amoreggiano, altri si baciano.
Ne vediamo uno che sta per scoccare la freccia: in qualche modo questo è il Cupido originale, gli altri sono quasi dei fratellini.
Ci sono anche due ninfe, una delle quali tiene uno specchio, simbolo di vanità e bellezza: quest’opera è un’esaltazione della vita e della gioia.
Tiziano, 1518
In realtà, alcuni di questi fratelli di Amore, hanno un nome e un significato simbolico.
Il Cupido del Parmigianino
Vediamo un’opera che amo particolarmente, il Cupido di Parmigianino del 1532.
L’ho vista dal vivo e colpisce perché sembra proprio che lui si sia appena voltato perché vi ha sentiti arrivare mentre era impegnato nel suo lavoro.
La composizione e l’iconografia sono molto insolite.
Cupido, il dio amore, sta calpestando dei libri ( a significare che l’Amore è al di sopra di tutto) mentre intaglia il suo arco.
Vediamo tra le sue gambe divaricate altri due putti, posti su un piano più basso rispetto al pavimento dove sta Eros.
I due bambini hanno un aspetto vivacissimo e ci sono varie interpretazioni sul loro significato. Uno di loro ci colpisce perché grida e cerca di divincolarsi dall’abbraccio dell’altro e con molta energia: probabilmente si tratta di Liseros, l’amore non corrisposto o l’amore svanito, mentre l’altro amorino, che lo stringe e afferra per un polso, forse cercando di fargli toccare il dio Cupido, è Anteros, l’amore corrisposto.
Non siamo del tutto sicuri di questa interpretazione, altri l’hanno vista in chiave alchemica, suggerendo che forse rappresentano anche gli opposti alchemici. Pare infatti che Parmigianino fosse interessato all’alchimia.
E se pensate di provare un’alchimia speciale per una persona, beh, evidentemente Cupido e i suoi fratelli hanno colpito nel segno!