Il Conte e il Cardinale: sembra il titolo di un film. Ed in effetti la storia dei suoi protagonisti potrebbe diventarlo.
Palazzo Roncale a Rovigo ha esposto la Collezione Silvestri, appartenuta ad una delle più importanti famiglie nobiliari di Rovigo, i Silvestri appunto.
Ciò che è importante percepire in questa mostra non sono le singole opere, ma il senso di insieme di questa collezione.
Infatti ogni collezione ha una sua anima e riflette precise scelte di gusto da parte di chi l’ha messa insieme.
Ed ogni collezione racconta una storia…
C’erano una volta due fratelli, Girolamo e Pietro. Uno diventò conte, l’altro cardinale. Contrariamente a quello che potreste aspettarvi, quello che ha avuto la vita più avventurosa è stato il cardinale: è stato infatti una personalità attiva durante il periodo dell’Unità d’Italia.
Guarda il video per scoprire la collezione Silvestri e la misteriosa Bibbia Istoriata Padovana!
Il Conte ed il Cardinale: 3 opere
L’effetto d’insieme in questa mostra è avvolgente. Mi colpiscono tre quadri in particolare.
Il primo perchè molto in linea con la storia che stiamo raccontando: è infatti il Ritratto di un Collezionista, di un pittore fiammingo, Daniel Van Den Dyck (1614- 1670).
L’uomo indica un libro aperto, nel quale possiamo riconoscere un’incisione tratta da un’opera di Tiziano. Ci sono altri dettagli che raccontano la sua passione, un prezioso tappeto turco e delle antichità romane.
Il secondo è un Ragazzo vestito all’orientale, una tipologia di opere definite “teste di carattere”, che hanno uno scopo prevalentemente decorative.
L’autore è Vittore Ghislandi detto Fra Galgario (1655 – 1743).
Ha uno sguardo fresco e vivace ed i suoi abiti sono deliziosamente raffinati: orecchini, turbante, spille.
Il terzo è un triplice ritratto di Sebastiano Bombelli (1635.1719). Gli uomini raffigurati si somigliano, forse erano parenti. Due sono in eleganti abiti alla moda, mentre il terzo, un po’’ in disparte, è in armatura e, chissà, forse era già caduto in battaglia all’epoca del ritratto.
Ce lo suggerisce il putto che piange e che regge in mano uno strumento che emette fumo (il fumo della battaglia!).
Gli altri due sembrano dire: “meglio una stretta di mano che la guerra.”
Le collezioni spesso hanno delle vicissitudini tribolate e questa non fa eccezione, nonostante per fortuna si sia conservata nella sua interezza.
Pietro e Girolamo Silvestri, non avendo eredi, avevano donato tutta la collezione, che comprendeva anche una biblioteca ed una raccolta archeologica, da un lato all’Accademia dei Concordi ed al Comune di Rovigo e dall’altra al Seminario Vescovile (che tutt’ora possiedono queste opere).
Curiosamente però nessuno dei due enti era particolarmente interessato alla quadreria, puntando invece ad accaparrarsi la raccolta archeologica.
Questo perchè l’esperto che era stato chiamato a fare una valutazione delle opere, le aveva frettolosamente liquidate come “da bottega di rigattiere”.
Solo di recente si è rivalutata l’intera collezione nella sua importanza storica ed artistica!
La Silvestriana, immensa biblioteca
La collezione Silvestri comprendeva anche una collezione di… 40 000 libri.
L’immenso patrimonio era stato raccolto nei secoli dalla famiglia e comprendeva opere anche diversissime tra loro.
Alessia Vedova, curatrice della mostra, la definisce una raccolta “bulimica” che riflette i vastissimi interessi culturali e scientifici della famiglia.
Sono due i tesori librari di questa collezione: il Sefer, un testo ebraico con strepitose illustrazioni rinascimentali e la Bibbia Istoriata Padovana (la Bibbia delle Storie Padovane).
La Bibbia Istoriata Padovana
Questa Bibbia trecentesca è completamente illustrata con miniature di scuola padovana che si ispirano allo stile dei grandi artisti attivi in quel periodo nella città, Altichiero da Zevio, Giusto De Menabuoi e, naturalmente, Giotto, di cui mantengono l’espressività emotiva.
Un aspetto estremamente interessante è la lingua in cui è scritta la Bibbia: non è latino infatti, ma nemmeno semplice volgare. E’ invece la lingua che si parlava nella Padova colta del Trecento, e contiene, tra le altre cose, molti termini giuridici. Sicuramente è stata scritta da una persona appartenente alle classi alte.
Non sappiamo esattamente chi sia stato il committente. Un’ipotesi molto plausibile è che si tratti di un dono di Francesco II Novello dei Carraresi (la famiglia che deteneva la signoria a Padova) a un’importante famiglia ebraica della città. Infatti ci sono ai margini delle pagine delle annotazioni in lingua ebraica.
La comunità ebraica padovana infatti aveva in quest’epoca un ruolo politico e commerciale di rilievo. Una bellissima storia: una Bibbia che unisce due religioni!
Come abbiamo visto ogni collezione racconta una storia che è qualcosa di più della somma delle singole parti. La collezione Silvestri racconta in realtà molte storie: storie avvenute ai tempi degli ultimi esponenti della famiglia al tempo dell’Unità d’Italia, racconti seicenteschi racchiusi nei quadri e nei ritratti, ed infine narrazioni trecentesche che partono da una bibbia ma ci raccontano di una città in cui persone di religioni diverse non solo convivevano ma anche fiorivano insieme.
Le collezioni sono finestre che si aprono sul tempo.