In passato era normale commissionare opere d’arte e si faceva per moltissimi motivi, come ho spiegato in un altro articolo.
Ma oggi si commissiona ancora arte?
Che fine hanno fatto gli artisti?
È possibile vivere ancora di arte?
Chi si considera un artista oggi viene considerato come una persona un po’ folle, il problema è che anche se un artista ha talento difficilmente riesce a vendere le proprie opere.
Il mercato è divenuto molto complesso e non valgono più le regole di una volta: non basta essere bravi in una particolare tecnica, od avere idee originali.
Ho voluto portare alcune delle mie riflessioni sul mondo dell’arte contemporanea, basate anche sul confronto con la figura dell’artista nel passato. Spesso chi si occupa di arte contemporanea non prende in considerazione anche la storia dell’arte e questo è un limite.
Molte gallerie propongono agli artisti di esporre le proprie opere ma in cambio chiedono un prezzo notevole.
Allora mi chiedo, se il gallerista guadagna direttamente dall’artista, che incentivo ha a vendere le sue opere?
L’artista diventa il cliente finale e non più colui che dovrebbe guadagnare dal suo stesso lavoro.
La stessa cosa succede anche per gli scrittori che sono disposti a pagare prezzi a volte anche salati per pubblicare i propri libri.
Un’altra questione è quella degli artisti improvvisati che, talvolta, producono grandi quantità di opere, ma che non hanno una preparazione o una sensibilità vera verso l’arte.
Un tempo il materiale artistico era costoso, e questa era già una selezione, ed inoltre ogni epoca ha avuto degli standard precisi per capire la qualità di un’opera d’arte.
Il ‘900 ha scardinato molte delle regole preesistenti e questo ha lasciato un po’ di confusione le persone che non capiscono cosa ha portato all’elaborazione di certe idee o trasgressioni.
Oggi le persone faticano a distinguere un opera magari complessa ma che ha delle basi solide, da un’opera semplicemente improvvisata e magari… brutta.
In particolare questa difficoltà avviene con le opere astratte, infatti sembra molto semplice con i colori creare degli effetti anche gradevoli sulla tela, ma non necessariamente c’è una profondità dietro quest’opera.
Oggi l’arte è molto distaccata dalla vita reale e passa attraverso altri canali, spesso molto elitari.
In passato c’era la committenza pubblica, religiosa e quella privata dei grandi nobili; persino ai livelli più bassi della società si commissionava arte in quanto era l’unico modo di possedere delle immagini.
Per esempio se un artista nasceva ad Urbino e dimostrava di avere un grande talento poteva finire a lavorare per il papa.
Se l’artista invece era mediocre poteva continuare a fare il suo mestiere, magari per una committenza meno prestigiosa, in provincia. Ogni artista aveva il suo ruolo.
Oggi non accade più, le persone possono acquistare quadri, poster nei centri commerciali e nelle grandi catene.
Sono oggetti stampati a milioni, ma per fortuna gli artisti trovano sbocco talvolta a monte, nella grafica, nella pubblicità, nella moda e nella editoria.
Ho notato che si fanno tanti complimenti agli artisti.
Sento dire che le tue opere faranno molto o venderanno tanto; ma chi pensa queste parole non pensa minimamente ad acquistare le opere dell’artista che stanno tanto elogiando.
E allora perchè dovrebbero farlo gli altri?
Il nostro mondo non è certo quello del passato, e non voglio fare la nostalgica, ma penso che nel nostro piccolo potremmo anche tornare ad essere un po’ dei mecenati.
Artisti poco conosciuti vendono le proprie opere a prezzi accessibili, e sono dei pezzi unici.
Secondo me vale la pena rifletterci.